Il vino SATOR è il fiore all'occhiello dell'azienda. Prodotta dalle sole uve tintilia, con il solo mosto fiore. E' un vino "ruffiano" che subito ti conquista con la bordolese elegante. Spalle importanti, un sigillo di ceralacca rosso fuoco e al collo una piccola pergamena che svela il senso dell'etichetta: il quadrato magico. Un'iscrizione in latino, incisa su una pietra di origine templare, ritrovata nel comune di Acquaviva Collecroce, punto di ristoro per i templari che attraversavano l'Italia per arrivare in Terrasanta, e in molte altre parti del mondo. Una formula misteriosa, 5 parole di 5 lettere che possono essere lette in entrambi i sensi e su ogni lato del quadrato.
Questa una probabile traduzione: "Il seminatore (Sator) decide (Tenet) i suoi lavori quotidiani (Opera) ma il tribunale supremo (Arepo) decide (Tenet) il suo destino (Rotas)" Questa frase è ormai diventata il simbolo dell'azienda e a noi piace recitarla così: "Noi gente semplice che amiamo e onoriamo la nostra terra dedicandoci al duro lavoro dei campi, giorno dopo giorno, con grande cura e fatica, possiamo fare tanto ma non possiamo decidere l'esito e la buona riuscita del nostro raccolto perché è qualcuno più grande di noi che decide il tempo, ilsusseguirsi delle stagioni e quindi il nostro destino"
All'apertura della bottiglia: il colore è deciso e pieno, un bel rosso rubino con sfumature tendenti al maturo, come ci si attende dalla tipicità quest'uva. Il profumo di frutta è intenso, netti sentori di mora selvatica e amarena prevalgono sulla prugna e il sottobosco. Pasteggiando la nota alcolica è calda e avvolgente (stiamo parlando di un vino con 14,5% di alcol) ma ben supportata dall'elegante componente tannica, armoniosa ed equilibrata; continuando a mangiare a sorpresa la forza dell'alcol non si fa più sentire; il finale resta piacevolmente amaro, com'è tipico della tintilia . . . e il ricordo ancora emozionante . . .